LA PASSIONE DI SAN MARCO DI PEROSI IN VERSIONE BANDISTICA
In san Francesco, a Lucca Giampaolo Lazzeri dirige la Filarmonica Gaetano Luporini

Concerto con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca


Con una bacchetta scintillante Giampaolo Lazzeri firma un memorabile concerto di Pasqua nella sontuosa chiesa di san Francesco, una realizzazione dagli ampi contorni spettacolari, sorretta oltretutto da un forte impegno intellettuale. Risolvere in versione bandistica la Passione secondo san Marco di don Lorenzo Perosi è infatti un’operazione di alto spessore stilistico che consente di riportare alla luce una pagina dai profondi contorni religiosi, poco conosciuta, come tutta la musica del sacerdote tortonese, e oggi decisamente fuori ruolo nella normale prassi concertistica.
Doppiamente fedele al suo mandato di rinnovare dalle fondamenta la vita e il repertorio delle bande, Lazzeri si è sobbarcato la immensa fatica di adattare ai fiati la versione orchestrale con cui Perosi si fece apprezzare nel 1897 nella basilica milanese di s. Ambrogio, iniziando da allora un percorso che lo avrebbe portato ai vertici della musica sacra italiana. Sostenuto dal munifico concorso della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Lazzeri ha guidato il formidabile complesso della Filarmonica “Gaetano Luporini” di san Gennaro, un polmone possente, duttile e variegato, capace di adattarsi a una strumentazione sofisticata ed efficace. Le voci erano quelle del vangelo, dal Cristo di Antonio Menicucci ai narratori Massimo Naccarato e Paolo Porfini, al tenore Matteo Michi, impegnato in una brevissima frase. La trama melodica con cui Perosi narra il trittico della Cena del Signore, dell’Orazione al monte e della Morte del Redentore è percorsa da una vocalità calma e rassegnata, come è proprio del vangelo sinottico considerato il più rispondente alla piena umanità del Salvatore. Gli interventi della turba e il commento del popolo erano affidati ai due cori della Cappella della Cattedrale e della San Ginesio di San Minato, preparati alla perfezione da Carlo Fermalvento. Nei primi due affreschi corali sullo schermo di fondo venivano proiettate in diretta le immagini di corso e banda: poi, di fronte al mistero del sacrificio divino, è riapparso in tutta la sua magnificenza dolente il grande crocefisso, a ricordarci che si stava narrando la storia più bella dell’uomo.
Avvolti dall’intensa emozione della musica gli ascoltatori non potevano non cogliere comunque certi momenti di grande capacità strumentale con cui Lazzeri ha impastato i suoi ottoni e le sue ance, accentuando molto la gravità dei timbri dei flicorni, dei corni e del clarinetto basso, morbidi tappeti acustici su cui riversare lo struggente declamato perosiano. Applausi commossi e brevi di un pubblico che ha capito la grande lezione di un concerto dagli eccezionali contorni culturali.

Stefano Ragni
CONCERTO DI PASQUA