Una storia lunga quasi 120 anni
Mario Belati
da Risveglio Musicale, n.4/2013
Periodico dell'ANBIMA

Gli anni del dopoguerra e del miracolo economico, per intenderci gli anni '50 del secolo scorso, sono stati molto travagliati e ricchi di incertezze per le bande musicali. Forse una vita associativa da intendersi in forme diverse, forse gusti musicali nuovi o forse l'abitudine italiana di discutere molto, quando si è in gruppo, per rinviare su passaggi non facili, ma ineludibili. E nel 1955 nasce l'Anbima, l'associazione nazionale delle bande musicali, proprio per cercare una risposta in termini associativi e musicali.
Anche le Case editrici avevano i loro problemi, ma la Belati, con oltre 50 anni di vita sulle spalle, ha colto il significato di Semeraro ed ha iniziato con l'Anbima una collaborazione culturale che, con intensità diversa a seconda dei periodi, prosegue anche oggi. Anzi proprio con l'attuale presidenza è ripreso un percorso che si era momentaneamente interrotto e che ha portato a dar vita ad un progetto culturale sul rapporto tra Giuseppe Verdi e le Bande, in occasione del 200° della nascita. Un Progetto innovativo che vede per la prima volta insieme Università e Bande, proprio a testimoniare come "la banda sia da sempre espressione culturale".
E proprio durante gli incontri per la messa a punto del progetto che mi è capitato di raccontare al Presidente Lazzeri alcuni passaggi importanti della storia della Casa Belati e delle tre generazioni di imprenditori che, ciascuno secondo le proprie caratteristiche, hanno creato e mantenuto in vita un marchio, nato nel 1900, che ha operato sempre e solo per e con le bande musicali. Tanti aspetti, anche datati fine '800, lo hanno profondamente interessato ed allora mi sono detto: perché non raccontarne alcuni in un articolo per Risveglio Musicale con l'obiettivo di far conoscere a chi desidera essere informato?

Una storia lunga quasi 120 anni quella dello Stabilimento Musicale Tito Belati, che ha portato Perugia ad essere considerata per decenni la capitale storica delle Bande musicali grazie alla creatività di un musicista imprenditore.
Infatti, Tito Belati, compositore e Maestro di bande civili e militari, riuscì, con un sapiente intreccio di vocazioni personali, ad unire la musica, nella sua espressione artistica, e le edizioni musicali con la cultura attraverso la stampa del primo periodico, L'Amico dei Musicisti, destinato unicamente ai Bandisti per arricchire le conoscenze dei Maestri e dei musicisti dilettanti. A questo affiancò una azione di servizio alla clientela: la costruzione di strumenti musicali. Lo Stabilimento Musicale Tito Belati divenne così in pochi anni, applicando un'idea innovativa nel processo produttivo, la fabbrica di strumenti per banda più importante d'Italia, vincendo importanti premi internazionali ed esportando in tutto il mondo anche grazie alle comunità dei nostri emigranti.
Ma come il Maestro Tito Belati scoprì la sua vocazione imprenditoriale? Occorre ritornare al 1890 quando giovanissimo, a soli 25 anni, fu chiamato in Francia a dirigere il Corpo Musicale dell'Unione Italiana di Lione. Lasciò così la Banda di Montaione di Firenze, che diresse per pochi mesi, ed in meno di un anno portò la banda italiana di Lione ad affermazioni nei più importanti concorsi, meravigliando i francesi che però lo fermarono nelle premiazioni con il secondo posto: sempre di una banda di emigranti si trattava! E a Lione ebbe così la conferma di possedere, oltre alle capacità musicali, doti di organizzatore e di leadership innate che mise a frutto anche nei rapporti con il mondo europeo della musica e con la più evoluta editoria bandistica internazionale. Comprese che molte delle cose che si facevano all'estero potevano essere lanciate in Italia ….. e la sua idea imprenditoriale prese forma nella sua mente; occorreva trovare l'occasione per iniziare.
E nel 1900 l'avventura iniziò, ma fu il 1905 l'hanno della svolta. Con il ritorno da Foggia a Perugia prende consistenza, per la prima volta in Italia, la pubblicazione a stampa delle parti levate per gli esecutori. Il successo fu immediato e gli consentì, nel 1908, di trasferire l'azienda in una sede centrale e prestigiosa, anche se le foto dimostrano un arredamento francescano! Con l'aumento della produzione occorrevano autori ed ecco il lancio dei primi grandi Concorsi internazionali dedicati per la maggior parte a giovani compositori, meno cari e più adatti a seguire l'editore negli strumentali che andavano standardizzati. Ed è il 1911 con il lancio del periodico L'Amico dei Musicisti. E sempre maggiore spazio veniva dedicato allo Stabilimento per la produzione degli strumenti, legni ed ottoni.
Di particolare rilievo fu il rapporto con il mondo della grafica e della comunicazione che è rimasto negli anni una costante della Casa. In questo contesto anche i marchi aziendali; essi, tra l'altro, sono la prova del legame con la città di Perugia e con i suoi stemmi: quello rampante per le edizioni musicali, quello sulle quattro zampe per la produzione degli strumenti.

Ma il legame con Perugia è forte anche nel figlio Claudio, musicista colto e violinista mancato a causa dell'anticipato ingresso in azienda. Dopo aver studiato, come il padre Tito, all'Istituto Musicale Francesco Morlacchi di Perugia, la passione per il violino lo portò al Conservatorio di Pesaro dove divenne uno degli allievi più in vista. La Grande Guerra lo vide volontario tra i giovani del '99 con un percorso che lo portò dalle Alpi all'isola di Rodi.
La sua profonda formazione musicale e la sua sensibilità nel sociale lo portarono ad ampliare il già intenso rapporto tra cultura e impresa che aveva caratterizzato la gestione in solitario del padre.
Infatti a lui si deve, in giovanissima età, l'impegno verso le comunità dei nostri emigranti nei cinque continenti e l'avvio di una sempre più costruttiva collaborazione con il mondo dei Padri salesiani. E forse proprio dai rapporti con queste comunità civili e religiose che prende forma un suo grande interesse sociale: la musica vista come un elemento portante dell'educazione civica e della crescita.
L'educazione dei giovani alla musica era una missione che vedeva coinvolte le Scuole e gli Istituti musicali: così Claudio Belati dedicò più di 10 anni della sua vita al rilancio dell'Istituto Francesco Morlacchi. Infatti, nel 1933 il Comune di Perugia gli affidò la direzione dell'Istituto per prepararlo al "pareggiamento" con i Conservatori di Stato: premessa indispensabile per la successiva statalizzazione. Come viene indicato nella storia del Conservatorio di Perugia, Claudio Belati si impegnò in una riorganizzazione generale e radicale. Sotto la sua guida prese forma il nuovo ordine didattico e furono banditi i concorsi per le varie classi di strumenti.
Tutto questo lavoro preparatorio consentì al direttore Luigi Schininà di ottenere il "pareggiamento" nell'agosto del 1942, anche grazie all'impegno esterno profuso a Roma dal sempre presente Claudio Belati. La sua collaborazione proseguì con i successivi direttori Duilio Ghinelli e con il pianista Tullio Macoggi. Così Perugia nel 1974 riuscì ad avere il suo Conservatorio.
Durante la sua direzione dell'Istituto Morlacchi prese vita La Sagra Musicale Umbra, una manifestazione musicale di prima grandezza che ancora porta Perugia nel mondo. E Claudio Belati fu tra i promotori con un impegno forte e disinteressato strettamente legato a Perugia e all'Istituto Musicale, e non certo allo Stabilimento Musicale: ciò mi fu confermato, in un incontro negli anni 'settanta, dal Maestro Francesco Siciliani, allora consulente alla Scala, grande estimatore dell'opera culturale di Claudio Belati. Siciliani ricordò anche la loro stretta collaborazione per il rilancio della Sagra nell'immediato dopoguerra con una visione di evento permanente ed internazionale.
Ora voi mi direte: ma cosa c'entra questo con la Casa editrice? La sua profonda preparazione ed il costante contatto con la musica colta ed operistica sono la ragione principale del sempre maggior intreccio tra cultura ed impresa. Nel 1927 rilanciò e diresse L'Amico dei Musicisti e furono anni che influirono sul repertorio edito, almeno per le elaborazioni di musica lirica. Claudio condusse le trattative con la Sonzogno per avere l'esclusiva sulla strumentazione per banda delle opere di questa grande Casa: era la prima volta che si stipulava un accordo del genere nell'interesse della musica bandistica. Si creò così uno stretto legame con un "vecchio" Maestro di banda, tal Pietro Mascagni, che superò i suoi problemi caratteriali in considerazione dell'amore per le bande.
Solo la Casa Belati, allora, portò in catalogo le trascrizioni e le fantasie di opere un po' particolari quali: Se fossi re, La rondine, Lodoletta, Sly.
La sua mano incise anche sullo strumentale: i sax ebbero le loro parti a stampa, la grande banda ebbe il suo repertorio con strumentale completo, ecc.
E quando la grande crisi bandistica di fine anni cinquanta esigeva delle alleanze editoriali per non chiudere le aziende, diede vita assieme al Maestro Vidale, uomo di grande sensibilità e rispetto delle tradizioni, al primo Gruppo editoriale per banda Belati-Vidale, rinunciando con rammarico alla sede storica di Perugia.

Salva la vita del marchio della Casa Belati arriviamo ora alla terza generazione. Vi chiederete come chi non conosce la musica e per tutta la vita ha svolto professionalmente attività lontanissime dalla musica ma non dalla cultura, possa avere l'ardire di occuparsi di una Casa editrice musicale. E' esattamente il mio caso e provo a raccontarlo con piccole citazioni.
La morte del Maestro Vidale privò il Gruppo di una guida sicura sotto il profilo musicale ed io non volevo si corresse il rischio di vedere la più antica Casa di musica bandistica scomparire. Mi misi così a ricostruire le vecchie storie dell'impresa per imparare a conoscere l'ambiente ed il mercato. Mi furono accanto personaggi ed amici di grande valore umano e culturale; ne cito due per tutti: il Maestro Francesco Siciliani ed il Maestro Pietro Franceschini con i quali fissai un paletto gestionale, quello di continuare ad intrecciare cultura e impresa per non modificare un punto fondante della Casa Belati.
Prima però dovevo salvare il marchio ed il collegamento con Perugia. Pensai di stringere un accordo con la Casa Ricordi e con l'amministratrice di allora Mimma Guastoni, donna incantevole, ci lavorammo per lunghi mesi. Ma il contratto prevedeva la cessione del marchio Belati alla Ricordi ed io fui costretto a rinunciare: oggi sarebbe tedesco o scomparso, mentre ancora, tra mille difficoltà, esiste.
Quali sono gli aspetti culturali a cui tengo di più? Ne cito alcuni a me cari, in tutti i sensi.
La realizzazione della prima Collana discografica antologica della musica per banda realizzata in collaborazione con la FONIT CETRA grazie al determinante interessamento di un grande musicista di musica leggera, figlio di un Maestro di banda, Marino Marini. Chi non conosce la canzone Marina, Marina, Marina!!!! Era lui.












L'avventura non poteva però realizzarsi senza il disinteressato contributo del Maestro Pellegrino Bossone e della sua Banda Musicale della Polizia di Stato e del Maestro Andrea Franceschelli che a Perugia inventò una banda di prima grandezza: il Grand'Ensemble - Orchestra di Fiati. E la bravura del fonico Sergio Marcotulli dove la vogliamo lasciare?
Forse oggi varrebbe la pena di rilanciarla.
Altro motivo di soddisfazione è stata la collaborazione con il Maestro Orsomando che volle pubblicare con noi le sue ultime composizioni.
L'aver scoperto due autori che hanno aiutato le bande italiane ad andare verso un rinnovamento del repertorio graduale, ma rispettoso delle tradizioni che hanno reso caratteristico l'organico nazionale adattato alla piccola banda, il nostro cavallo di battaglia: Giancarlo Gazzani e Walter Deodati, che hanno anche scritto rispettivamente con gli pseudonimi di Gary Stevan e di Karim.
Un momento suggestivo: la sincera emozione del grande Renato Carosone che, ascoltata la registrazione della fantasia di Deodati Carosone Story, la chiamò sinfonia e volle subito suonarla al pianoforte per poterla portare in concerto, quasi fosse un pezzo di musica classica.
L'aver deciso di mantenere viva questa tradizione bandistica italiana puntando sulla funzione culturale e sociale ancora svolta dalle bande musicali e sugli autori del Novecento, molti dei quali sono affermati anche all'estero. La nostra linea editoriale ed il nostro sito web, elemento indiscusso di moderna scelta di comunicazione e di divulgazione, è la testimonianza di questo impegno.
In questa azione rientra il citato accordo fatto con l'Associazione nazionale delle Bande musicali italiane – ANBIMA, forte di oltre 1800 complessi iscritti, per celebrare il 200° anniversario della nascita di Giuseppe Verdi con un Progetto culturale innovativo capace di coinvolgere qualche milione di persone, tra musicisti ed appassionati. Grazie alla sensibilità del Presidente Lazzeri il Convegno di apertura dell'iniziativa si è tenuto a Perugia nella sede della storica Università per Stranieri a fine 2012. L'obiettivo è di concluderla, sempre a Perugia, con la realizzazione di una Manifestazione musicale bandistica pensata per promuovere le "eredità" dei secoli scorsi ed indirizzata verso i giovani e le scuole di musica.
I contenuti culturali e musicali del Progetto e la Manifestazione non sono, però, destinati ad esaurirsi nel 2013, anno verdiano per legge dello Stato, bensì a proseguire, sempre in collaborazione con l'Anbima, per dar vita ad un appuntamento annuale atto a confermare Perugia quale capitale storica delle Bande musicali, appuntamento che, sotto la sapiente organizzazione del Gruppo Guarducci creatore di Eurochocolate, potrà andare ad affiancarsi agli altri grandi eventi musicali, dalla Sagra Musicale Umbra a Umbria Jazz, che sono divenuti nel tempo uno dei valori culturali espressi dal territorio perugino.



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