Il succedersi nel mondo delle grandi
Esposizioni (oggi Expo) Universali, Internazionali e Nazionali ha posto in evidenza il
ruolo che le stesse erano e sono in grado di svolgere nei rapporti tra gli Stati ed i loro esponenti artistici ed imprenditoriali.
Le Esposizioni nell’Ottocento e nei primi anni del Novecento erano momenti di sintesi dedicate, spesso,
alla cultura e alle tecnologie industriali, un abbinamento sintomatico di una società in evoluzione in cui cultura ed industria si integravano e non dovevano essere in contrapposizione. E forse proprio per questa finalità che i Comitati organizzatori
spesso invitavano i grandi compositori a scrivere "musiche" per le inaugurazioni e molte di queste musiche erano del genere "marcia", ossia un genere tipicamente bandistico ed emozionale. L’Italia, raggiunta l’unità territoriale, aveva il problema di far interagire le diverse realtà: cioè fare gli italiani.
L’organizzazione di grandi Esposizioni nazionali fu uno dei metodi ritenuti rispondenti, anche nella considerazione che, ieri come oggi, ciascun evento era l’occasione per lanciare grandi opere pubbliche di ammodernamento e rilancio delle città prescelte.
Ad esempio,
ricorda il Maestro Massimo Sanfilippo - direttore della Banda Musicale della Polizia Municipale Città di Torino, a
Torino le varie esposizioni, soprattutto quelle internazionali,
lasciarono dei segni ancora oggi tangibili: la tramvia a cremagliera che porta alla collina di Superga, e, soprattutto, il "Borgo Medievale" del Valentino, lo straordinario complesso sorto quale padiglione per l'Arte antica e copia fedele di parti di antichi castelli della Val d'Aosta, progettato dal grande architetto portoghese Alfredo D'Andrade, sono ancora due dei siti della città più frequentati dai turisti.
E la musica bandistica? Sempre il Maestro Sanfilippo ricorda che alla Esposizione Nazionale di Belle Arti di Torino del 1880 il
compositore Romualdo Marenco dedicò una sua composizione, la marcia trionfale Alla Città di Torino, alla Banda Civica della città, forse riprendendo, anche in questo caso, l’esempio lanciato da Londra nel 1862 con l’invito a Giuseppe Verdi e con il suo Inno delle Nazioni.
Marenco scrisse molte composizioni per le diverse Esposizioni che si sono svolte a Torino: sempre per l'Esposizione del 1880 compose un altro brano dal titolo "Le sirene dell'Arte", probabilmente per orchestra, mentre una nuova marcia inaugurale fu dedicata all'Esposizione Nazionale Industriale ed Artistica del 1884 e un'altra ancora per l'Esposizione Internazionale di Arte decorativa moderna del 1902. Sempre per il Corpo di musica municipale di Torino scrisse ancora una Sinfonia originale per banda, della quale è stato rinvenuto il manoscritto nell’Archivio musicale comunale, e si ha notizia di un altro lavoro per banda dedicato al medesimo complesso.
Ma Romualdo Marenco scrisse anche per le Esposizioni di Milano: non molti ricordano che il celebre Gran Ballo Excelsior (le bande ne suonarono la trascrizione per molti decenni nel secolo scorso) fu musica scritta per l'Esposizione Nazionale d’Arte del 1881 e, come non bastasse, nel suo catalogo compare addirittura un "Inno delle Nazioni" scritto in occasione dell'Esposizione del 1878.
Le grandi Esposizioni toccarono molte delle città della Nuova Italia, dal nord al sud dello "stivale", coinvolgendo in primo luogo proprio le tre Capitali, in successione temporale, di Torino, Firenze e Roma contribuendo anche a lanciare complessi bandistici che divennero famosi. Basta ricordare che proprio nel 1884 la
Fanfara della Legione Allievi Carabinieri, così denominata dal 1867,
suonò a Torino in occasione della Esposizione Generale Italiana, meritando un diploma per l' "organizzazione tecnica e l'efficienza artistica dimostrate".
Esposizione Generale Italiana – Torino 1898
Tra le Esposizioni Universali programmate nel mondo per l’anno 1898, una venne tenuta a Torino in occasione del 50° anniversario dello Statuto Albertino:
l’Esposizione Generale Italiana, dedicata principalmente all’arte, all’industria e al lavoro, fu inaugurata dal Re Umberto I°.
Da aprile ad ottobre i padiglioni (Gallerie) della Esposizione furono visitati da un gran numero di esponenti dei maggiori paesi europei e del mondo e furono accolte con entusiasmo le imprese estere operanti nel settore dell’elettricità, anche al fine di testimoniare l’interesse di Torino e dell’Italia verso questa moderna fonte energetica. Per le stesse ragioni numerose imprese straniere operanti in settori ad elevato contenuto innovativo, si direbbe oggi, furono presenti in altre Gallerie, fornendo così una visione di conoscenza e di stimolo al mondo industriale italiano.
Questa Esposizione, unitamente alla precedente
del 1884 ed alla successiva Esposizione Internazionale dell’Industria e del Lavoro
del 1911 realizzata in occasione del 50° anniversario dell’Unità d’Italia, furono fortemente volute dai Savoia
per promuovere Torino a capitale italiana dell’industria. La storia del
Novecento confermò il raggiungimento di questo prestigioso obiettivo, anche se, nello scorrere dei decenni, si intensificò fortemente il successo del ruolo industriale di Milano, fino all’entrata in campo della rivoluzione industriale del Nord-Est.
Come avvenuto in molte altre Grandi Esposizioni la musica volle immortalare l’evento con composizioni appositamente dedicate, con particolare riguardo agli inni e alle marce, cioè al repertorio che meglio rappresentava le capacità espressive della musica bandistica e popolare.
Un giovane autore piemontese, Giuseppe Macchiotti di Vercelli, compose una marcia per banda, delicata ma vivace e briosa, che venne eseguita con successo nei concerti bandistici che si svolsero in quei mesi a Torino.
Il titolo era semplice ed intuitivo: MARCIA UNIVERSALE.
Nel primo Catalogo della Casa Belati del 1900 la Marcia universale era presentata come un grande successo, tanto che, forse con qualche enfatico ottimismo, si ricordava che ne erano già state vendute 10.000 copie. Successivamente, nel 1904, la Marcia fu pubblicata dalla Belati nella sua Collana Il Nuovo Fanfarista dedicata alla musica per piccola banda. E da allora, con successive revisioni strumentali, è rimasta sempre in Catalogo e viene ancora eseguita in importanti manifestazioni nazionali ed internazionali.
L’Archivio Storico Tito Belati di Perugia, nel corso delle sue attività di documentazione culturale e musicale sull’omonimo Stabilimento Musicale fondato nel 1900,
sta recuperando un patrimonio di musica per banda di notevole interesse artistico, che rischia di andare disperso. E nella maggior parte dei casi
le composizioni sono coeve ai passaggi della storia italiana che si intendono celebrare, proprio come avviene per la Marcia universale di Giuseppe Macchiotti.
Queste attività sono comprese nei Progetti per la valorizzazione del mondo bandistico lanciati in occasione di celebrazioni di interesse nazionale dal 150° dell’Unità d’Italia, al 200° della nascita di Giuseppe Verdi, al Centenario della Grande Guerra.
L'Archivio Storico la propone all'ascolto nella esecuzione della Banda "Francesco Bajardi" di Isnello diretta dal Maestro Giuseppe Testa.